Trattasi della ristrutturazione di un edificio ad uso scolastico e la sua rifunzionalizzazione come Centro di Formazione, nel quartiere di Garbatella a Roma.
È stato effettuato in primo luogo uno studio di fattibilità urbanistica ed architettonica, per poi passare alla redazione del progetto definitivo ed esecutivo ed alla gara.
L’edificio è composto da due parti costruite tra gli anni ‘40 e ’50 e connesse fra di loro senza soluzione di continuità spaziale. Non si tratta di un edificio vincolato di per sé, ma si trova nella periferia di un quartiere, la Garbatella, che in gran parte è sottoposto a vincolo ambientale nel suo complesso, per appartenere ad uno degli esempi più importanti di “città-giardino”.
Il fabbricato si trovava in notevole stato di degrado, sia per quanto riguarda le finiture (pavimenti, rivestimenti e tinteggiature, infissi interni ed esterni) sia per gli impianti (elettrico ed idraulico).
Si è preferito mantenere, per quanto possibile, le caratteristiche architettoniche dell’edificio, cercando di eliminare quelli che erano stati nel tempo goffi tentativi di adeguamento alla normativa ed alle esigenze tecnico-funzionali.
Al piano seminterrato si trova l’ingresso al parcheggio interno per i docenti, oltre a magazzini e locali tecnici.
Al piano terra c’è l’ingresso principale da piazza Oderico da Pordenone, ingresso in cui è stata ricavata una nuova bussola vetrata, che assicura il controllo climatico senza impedire la visione dell’interno.
Al piano rialzato trovano posto uffici direzionali e segretariali, oltre ad un’aula dedicata al progetto Humanitas.
Al primo e secondo piano le aule per la didattica ed i convegni, compresa un’aula magna e delle aule divisibili in futuro mediante una parete mobile scorrevole per creare degli spazi di lavoro versatili (due aule più piccole o una aula doppia).
Si è studiato un sistema per evitare opere invasive riguardanti l’antincendio, con la creazione di una scala esterna in acciaio, semplice e sobria. Si sono in questo modo recuperati i corridoi prima interrotti da spiacevoli porte REI, che imbruttivano anche le grandi arcate.
Un’illuminazione con grandi lampadari dallo stile hi-tech arricchisce e valorizza lo spazio sobriamente rifinito con pavimenti in marmette ristrutturati e pareti tinteggiate in tenue bicromia.
La scelta di un colore scuro e più deciso per gli infissi interni e per le modanature architettoniche movimenta e ritma lo spazio.
Relativamente alle pavimentazioni di tutti gli ambienti ci si è limitati ad interventi parziali di risanamento o ricucitura di porzioni particolarmente dissestate, essendo lo stato generale accettabile e la tipologia di pavimento precipua di un periodo storico.
I servizi igienici sono stati ristrutturati completamente, sia dal punto di vista dei rivestimenti, che dell’impianto idrico-sanitario.
L’isolamento termo-acustico dei diversi ambienti di lavoro dall’esterno è stata raggiunta con la sostituzione degli infissi, mentre l’oscuramento con la dotazione di tende-veneziane alle finestre, che ricordano, vedendole dall’esterno una volta chiuse, i vecchi “scuri” in legno.
Infine la predisposizione impiantistica (elettrica e dati) di livello alto, adattabile ed integrabile nel tempo, assicura, senza essere invasiva, una capacità della struttura di adattarsi alle molteplici richieste legate alla sua funzione.
“Pulizia” dalle superfetazioni e brutture accumulate nel tempo, ottimizzazione degli impianti e sistemi di sicurezza richiesti dalla normativa, recupero delle peculiarità estetico-architettoniche di spazi e delle loro rifiniture, sobrietà estetica per le opere dal carattere più moderno: questi sono stati i principi guida del progetto di “restauro” dell’edificio.